L’ad di Ver Capital: bene le azioni, ma i bond governativi e investment grade faticheranno a guadagnare nel 2022

By SANDRA RICCIO.

«Imercati obbligazionari e azionari stanno evidenziando forte nervosismo e volatilità crescente, in particolare sul mercato americano, con gli indici di riferimento in territorio negativo da inizio anno» dice Andrea Pescatori, ad di Ver Capital. Per l’esperto, a determinare questa situazione contribuiscono tre fattori: l’ormai dichiarata e improrogabile necessità da parte della Federal Reserve di alzare i tassi di interesse per contenere l’inflazione. Il pericolo, auspicabilmente quasi alle spalle, rappresentato dalla contagiosità della variante Omicron e infine le tensioni geopolitiche tra Ucraina e Russia, che ovviamente hanno ripercussioni a livello globale».

Quali sono le vostre attese?

«Il mercato ha già prezzato tre o quattro rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve, ma non ha ricevuto conferme sulle tempistiche e sull’entità di tali rialzi. Riteniamo che quanto più chiara e regolare nel tempo sarà la politica di rialzo dei tassi e quanto più velocemente si arriverà a una de-escalation (se arriverà) tra Russia e Ucraina, tanto più rapidamente e in misura consistente gli asset più rischiosi (tra cui azioni ed obbligazioni high yield) torneranno ad apprezzarsi, in una fase di maggiore propensione al rischio degli investitori. Pensiamo invece che il mondo delle obbligazioni governative ed investment grade farà molta più fatica a riportare ritorni positivi nel 2022. In generale, i settori su cui riteniamo si possa puntare sono tecnologia, Tlc, farmaceutico, software e aeronautico».

In questo contesto c’è un mercato particolare che sta crescendo molto, quello degli Eltif, i fondi europei a lungo termine. Che opportunità offre agli investitori?

«Il mercato degli Eltif in Italia ha avuto una crescita nel momento in cui la normativa ha permesso di costituire anche Piani Individuali di Risparmio alternativi, che condividono coi “tradizionali” struttura giuridica e agevolazioni fiscali, ma sono veicoli con caratteristiche diverse sia sul fronte dei sottostanti, sia su quello della capacità di investimento. La normativa ora prevede che i Pir alternativi possano essere costituiti attraverso un’ampia gamma di strumenti, inclusi gli Eltif. Ciò permette ai sottoscrittori degli Eltif – Pir di arrivare ad asset class solitamente riservate ai soli investitori istituzionali, godendo anche di generosi vantaggi fiscali, confermati dalla legge di Bilancio 2022. Tra questi, esenzione fiscale sulla plusvalenza generata a fine vita del fondo e credito d'imposta fino al 10% del capitale investito in caso di minusvalenze».

Perché si adattano anche agli investitori retail e come deve essere fatta la scelta?

«Perché sono fondi chiusi alternativi che supportano la crescita del tessuto industriale, sono sottoscrivibili con tagli minimi a partire da diecimila euro ed offrono un buon rendimento. Certo è importante che il cliente scelga con attenzione il prodotto con un profilo di rischio-rendimento coerente col proprio obiettivo di investimento. In questo senso Ver Capital, forte della propria esperienza pluridecennale sul credito corporate, ha scelto di avviare il proprio fondo Ver Capital Eltif Italia focalizzandosi soprattutto sull’asset class del Private Debt europeo, con particolare attenzione ai corporate loan liquidi, mercato che si espande a ritmi superiori rispetto a quello statunitense, costituito da prestiti sindacati emessi da grandi multinazionali con solidi fondamentali reddituali e patrimoniali. Il sottostante liquido e poco volatile, e la natura a tasso variabile degli strumenti, ben si sposano con la natura retail dei potenziali sottoscrittori, permettendo di proteggere il capitale investito dalle spinte inflazionistiche e di beneficiare degli aumenti dei tassi incrementando quindi il rendimento. Con un rendimento netto annuo atteso nell’ordine del 7%, Ver Capital Eltif Italia sarà distribuito tramite una rete di banche collocatrici».